Bologna, studio su 3 mila operai delle Ogr: 254 morti legati all’amianto

Valutati lavoratori assunti tra il 1957 e il 1995. 113 i casi di mesotelioma: «Eccesso di mortalità» per i tumori respiratori

BOLOGNA – Uno studio imponente, su oltre 3.000 lavoratori assunti alle Ogr di Bologna tra le fine degli anni ‘50 e fino al 1995. Per dimostrare, ancora una volta, che l’amianto è stato causa di una maggiore mortalità tra gli operai delle officine ferroviarie causata soprattutto dal mesotelioma. Non avrebbe invece amplificato altre patologie, come malattie cardiovascolari, tumori all’intestino, al colon-retto e alla laringe. È il risultato della ricerca condotta dall’Ausl di Bologna, presentata in un incontro pubblico organizzato da Cgil e Afeva, che ha ricostruito lo stato di vita di 3.115 lavoratori (tra cui 44 donne) entrati alle Ogr tra il 1957 e il 1995 e impiegati in ogni tipo di mansioni.

«Eccesso di mortalità» per i tumori respiratori

Al 31 dicembre 2015 il 43% degli uomini era morto, per varie cause, mentre solo il 5% tra le donne, impiegate per lo più in amministrazione e non in fabbrica. L’Ausl ha conteggiato in particolare 254 persone decedute per malattie correlate all’esposizione all’amianto. Di questi, 113 sono casi di mesotelioma. Da un punto di vista statistico, spiega Daniela Cervino dell’Ausl di Bologna, lo studio ha dimostrato «un eccesso di mortalità» tra i lavoratori Ogr rispetto alla popolazione dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda appunto i tumori respiratori. Decisiva l’esposizione all’amianto per almeno un anno. Per quanto riguarda altre patologie, invece, come malattie cardiovascolari, all’apparato digerente, all’intestino e alla laringe, «i risultati non sono statisticamente significativi». Ovvero, tra i lavoratori Ogr non risulta un particolare aumento rispetto alla popolazione generale. «Non c’è un eccesso di mortalità», afferma Cervino.

Mesotelioma

I casi di mesotelioma, rileva la dirigente Ausl, sono però comparsi al momento solo in persone assunte alle Ogr fino al 1980. «Dopo quell’anno non si sono più registrati casi», afferma Cervino. Due sarebbero i motivi: prima di tutto, dopo l’80 c’è stata una netta riduzione nell’utilizzo dell’amianto. Ma va anche tenuto in considerazione il fatto che il mesotelioma è una malattia con una latenza molto lunga, ovvero fa la sua comparsa in genere dopo 30-40 anni. Quindi non è escluso che non emergano altri casi.

Amianto, indagine a livello nazionale

Lo studio dell’Ausl di Bologna entrerà ora a far parte di un più ampio monitoraggio a livello nazionale, che prende in esame 43 coorti di esposti amianto in vari settori (edile, ferroviario, marittimo), per un totale di quasi 52.000 lavoratori. Ricerca che al momento ha dato gli stessi esiti dell’analisi bolognese. L’Ausl continuerà poi ad aggiornare le persone a seguire e a monitorare tutti gli eventuali nuovi casi.

Fonte: https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/18_aprile_28/bologna-studio-3-mila-operai-ogr-254-morti-legati-all-amianto-e9b1f056-4af2-11e8-b860-946b9cae6f5e.shtml

Amianto a Bologna: l’esempio del comune di San Lazzaro

… una sopresa positiva. E se San Lazzaro diventasse un esempio per gli altri Comuni?

Vito Totire presenta un documento/proposta di AEA (Associazione esposti amianto e rischi per la salute)

Da anni, prendendo a prestito una frase da Enrico Berlinguer, abbiamo parlato di “spinta propulsiva” del comune di San Lazzaro di Savena, sul problema dell’amianto. Era accaduto che, parlandoci (AEA-Comune) si era giunti a una convergenza di vedute sulla opportunità di avviare un censimento capillare del cemento-amianto presente nel territorio.

Come AEA proponevamo, fin dall’inizio, di includere nel censimento l’amianto, diciamo “underground” cioè delle tubazioni dell’acqua potabile e delle fognature o altro (gas); su questo torneremo.

Abbiamo indicato a lungo quella adottata da s. Lazzaro come una prassi virtuosa e da estendere alla provincia e – perché no? – a tutta Italia. L’estensione a tutta Italia rimane pertinente e urgente anche alla luce delle secche in cui si è arenata la discussione parlamentare del TUA – testo unico amianto – presentato al Senato della Repubblica nel novembre 2016 e… mai discusso per la approvazione.

A che punto siamo oggi:

  1. L’idea del censimento era e rimane giusta; non onerosa per il Comune, ergonomica ed efficace. Si è riusciti in poco tempo ad avere un quadro quasi esaustivo della situazione; ovviamente qualche sito è mancato all’appello, qualcuno lo abbiamo recuperato, per esempio quello di via Valdeifiori… già bonificato. Altri metodi e sistemi di censimento sono stati proposti o praticati (addirittura con i droni che sono tanto di moda, incaricando nuove agenzie parapubbliche ecc.). I discorso è complesso e non vogliamo svilupparlo ora. Il metodo da noi suggerito anni fa e adottato dal comune di San Lazzaro rimane quello più adeguato anche e soprattutto perché responsabilizza i gestori che è cosa diversa dall’essere spiati da droni paramilitari ovviamente non in grado neanche di distinguere il cemento-amianto dal fibrocemento senza amianto e meno che mai di distinguere l’amianto crisotilo dall’amianto anfibolo!
  2. Il meccanismo messo in moto a San Lazzaro non ha avuto una gestione fiscale né tantomeno vessatoria; al contrario – come prevedibile – è andato avanti su base consensuale e ha condotto a una diffusa e maggiore presa di coscienza del problema da parte dei gestori degli immobili con amianto. Era ed è la strada giusta: fare in modo che i cittadini fossero parte attiva del processo visto che chi vive e/o lavora in immobili con amianto è il primo a essere esposto ai rischi
  3. Quel che esisteva all’atto della conclusione del censimento è stato bonificato circa per il 50%; persino l’avere a disposizione i dati grezzi comporta un contributo enorme per le … future politiche di programmazione , quando finalmente ci si deciderà ad adottarle a livello nazionale
  4. È ragionevole oggi pensare a un progetto “Comune asbestos free / Comune libero dall’amianto” nonché definire un crono programma che potrebbe/dovrebbe portare all’obiettivo di un territorio libero magari PRIMA della scadenza indicata dall’UE.
  5. Occorre includere in questo programma anche la bonifica dell’amianto delle tubazioni interrate per i motivi che ormai dal 1999 andiamo sostenendo in materia di effettiva potabilità dell’acqua.

 

PROGRAMMA DI LAVORO PER IL FUTURO

Al fine di rilanciare la “spinta propulsiva” del comune di San Lazzaro si possono individuare questi punti di lavoro e di convergenza:

  1. La AEA mette a disposizione del Comune e della autorità sanitaria locale la propria consulenza, non onerosa per l’ente; sindaco e cittadini hanno facoltà di consultare la AEA sui campi di competenza (amianto ma anche ogni altro nesso tra fattori di rischio-, occupazionale cioè lavorativo e/o ambientale- e salute). Ovviamente il Comune , la autorità sanitaria locale (in questo caso la sindaca) e i cittadini mantengono ogni autonomia decisionale rispetto ai contenuti della consulenza acquisita
  2. Focalizzare ulteriori tasselli del percorso di bonifica del territorio, per arrivare a un Comune libero da amianto prima, se possibile, dell’obiettivo teorico della UE del 2023 (un obiettivo, non per essere pessimisti, verosimilmente non facile o comunque non scontato). A questo riguardo si intravedono due siti che, bonificati, farebbero fare un passo avanti significativo: sito ex-Artlegno a Idice e sito Grimeca di via Remigia. SI TRATTEREBBE DI QUALCHE ULTERIORE MIGLIAIO DI METRI QUADRATI DI CEMENTO-AMIANTO BONIFICATI. Daremo il massimo sostegno a ”velocizzare” l’obiettivo di queste due bonifiche che devono essere realizzate, se necessario, con i poteri della autorità sanitaria locale. Risulta in corso una ulteriore bonifica in via Remigia (dal 16 marzo per 20 giorni) di ulteriori 3.100 metri quadri. Come si vede dunque – visto che risultano negli utlimi anni bonificati 58.000 mq – si va a erodere ulteriormente quei residui 50.000 circa rimasti sui 107.000 circa “iniziali”. L’obiettivo “città libera dall’amianto” si avvicina, anche se poteva essere più veloce in presenza di un serio sostegno dei governi nazionali se avessero deciso di superare l’assurdo vincolo del “patto di stabilità” derogandolo per gli interventi di bonifica ambientale. Infatti “risparmiare” sulle bonifiche è puro masochismo. Si dovrà intervenire più tardivamente a fronte di impatti sanitari e ambientali più gravi! Invece : quanti mesoteliomi mortali causa il ritardo nelle bonifiche? Su cosa stiamo cercando di “risparmiare”?
  3. Avviare un sistema di ritiro gratuito a domicilio dell’amianto di provenienza “domestica” secondo i criteri adottati da diversi altri Comuni italiani. Dal nostro punto di vista la “ratio” di questo provvedimento sta nella storia stessa di questa merce nociva e cancerogena; è stata venduta a 100 e per essere smaltita correttamente fa spendere mille. Una assurdità che, di per sé , sarebbe capace di far saltare persino il mercato capitalistico che, già di suo, non è un esempio di equità
  4. Integrare il censimento del cemento-amianto con il censimento (volontario) del fibrocemento senza amianto. La “ratio” in questo caso è: una tettoia grigia può evocare preoccupazioni in chi la osserva, per esempio, come vicino di casa; si rischia la diffusione di timori evitabili, come – per certi versi – è accaduto di recente per il mercatino di via Sigonio a Bologna. Il censimento che proponiamo in questo caso è su base volontaria, ovviamente senza sanzioni per chi non aderisca anche se aderire è nell’interesse di tutti, compreso soprattutto il gestore dell’immobile
  5. Sull’amianto delle tubature. La nostra posizione è nota: riteniamo che l’acqua può essere definita potabile se le fibre di amianto contenute sono uguali a zero. Da decenni stiamo richiamando l’attenzione sull’inquinamento anche indoor indotto dalle tubazioni e sul fatto che questo inquinamento si riverbera certamente più sulle donne in quanto trascorrono maggior tempo in casa e sono esposte ai rischi del lavoro domestico. I casi di mesotelioma peritoneale nelle donne in E-R sono numericamente simili che nell’uomo; i casi di donne classificati come correlati ad esposizioni misconosciute sono molti di più che negli uomini. Da decenni in tutti i congressi scientifici cui partecipiamo abbiamo attirato la attenzione su questa contraddizione. Riteniamo che l’inquinamento domestico indoor possa non essere estraneo a questo fenomeno. Inoltre dopo l’ennesima presentazione dei dati del professor Giovanni Brandi (Bologna, 22 gennaio 2018) relativi al nesso fra amianto e tumori delle vie biliari, pare di poter dire che il temporeggiamento sugli interventi di bonifica appare sempre più un atto di colpevole incuria; QUI SIAMO BEN OLTRE IL “PRINCIPIO DI PRECAUZIONE”; abbiamo già preso atto di un atteggiamento di disponibilità all’ascolto e di grande attenzione su questo tema da parte del Comune di San Lazzaro nelle persone della signora Sindaco e dell’assessore all’Ambiente. Si tratterà di confrontarsi e di lavorare insieme su questo tema: intravediamo la possibilità ad esempio di convenire sulla utilità del monitoraggio dell’amianto anche con la microscopia TEM e comunque di definire la mappa precisa delle tubazioni esistenti in riferimento alla presenza delle varie tipologie di amianto per definire il cronoprogramma delle bonifichePeraltro a volte, nei siti dove l’amianto è meno presente (vogliamo sperare che, anche in proporzione, a San Lazzaro l’entità del problema sia inferiore che a Bologna) magari l’obiettivo della bonifica può apparire anche più a portata di mano.

Per concludere

Ci pare di intravedere una proficua fase di dialogo e di collaborazione con l’amministrazione comunale e con l’intera comunità locale. L’intento è creare il massimo di sinergia possibile finalizzata all’obiettivo comune della difesa della salute collettiva e dell’ambiente.

In effetti, senza enfatizzare la portata del programma di lavoro, San Lazzaro POTREBBE DIVENTARE UN LABORATORIO DI IDEE E PROPOSTE DI INTERESSE NAZIONALE ANCHE PER LE QUESTIONI CHE NECESSITANO DI COORDINAMENTO E RATIFICA DA PARTE DEI DECISORI POLITICI A LIVELLO NAZIONALE.

LA DISCUSSIONE SUL TUA – testo unico amianto – ha un destino molto incerto e uno “stimolo” dal territorio può essere benefico“Le idee migliori sono proprietà di tutti” disse Lucio Anneo Seneca: queste proposte sono dunque a disposizione di tutti i Comuni e di tutte le comunità locali.

Fonte: http://www.labottegadelbarbieri.org/amianto-salute-nelluovo-di-pasqua-ce/

Amianto, il documentario sulla rivincita di Casale Monferrato

Il trailer del documentario dedicato alla battaglia per la bonifica dall’amianto di tutta Italia, partendo dal caso piemontese

Che cosa vuol dire combattere per la tutela della salute, dell’ambiente e credere nelle istituzioni, nella legge e nella sua applicazione? Un documentario racconta il caso degli abitanti di Casale Monferrato, che non si sono arresi al dramma causato dall’amianto di eternit, ma hanno continuato a portare avanti la lotta attraverso la cultura, la memoria, le bonifiche e la cura di chi soffre.

Presentiamo qui sopra il trailer del documentario, intitolato “La rivincita di Casale Monferrato”, che sarà ufficialmente presentato il 20 febbraio alle ore 20.30 al Circolo della Stampa di Torino. Autrice del documentario la giornalista Rosy Battaglia, che ha legato quattro anni di riprese inedite al lavoro di inchiesta svolto per Wired Italia sull’amianto.

Il documentario è stato realizzato grazie al contributo straordinario dell’Associazione Familiari e Vittime dell’amianto (AFEVA ONLUS) di Casale Monferrato, con il Patrocinio e il contributo straordinario del Comune di Casale Monferrato, grazie alla campagna di crowdfunding di Cittadini Reattivi Associazione di Promozione Sociale, promossa da Banca Popolare Etica su Produzioni dal Basso che ha visto il sostegno di oltre 170 cittadini e associazioni da tutta Italia.

Fonte: https://www.wired.it/lifestyle/salute/2018/02/16/amianto-casale-monferrato-documentario/

Bonifica amianto edifici pubblici, ammesse anche le scuole

Integrata la graduatoria relativa al bando per la progettazione degli interventi di bonifica amianto edifici pubblici. Le domande fino al 30 aprile 2018

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha approvato (decreto n. 43/2018) l’integrazione della graduatoria (la precedente era stata approvata con decreto 510/2017) relativa ai finanziamenti di cui al decreto n. 1/STA del 10 gennaio 2017 per la progettazione degli interventi di rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici.

In graduatoria sono, quindi, elencati Comune per Comuni gli interventi che hanno accesso al finanziamento, con priorità agli edifici scolastici e alle situazioni di particolare rischio (amianto friabile).

Bando 2017

Con riferimento all’annualità 2017, con decreto n. 562/2017, è stata avviata la procedura pubblica destinata alle Pubbliche Amministrazioni per il finanziamento della progettazione preliminare e definitiva di interventi di bonifica di edifici pubblici contaminati da amianto, in conformità a quanto disposto dal decreto del 21 settembre 2016, con riferimento all’annualità 2016.

Il finanziamento è destinato a coprire, integralmente o parzialmente, i costi di progettazione preliminare e definitiva degli interventi, anche mediante copertura dei corrispettivi da porre a base di gara per l’affidamento di tali servizi, fino ad un massimo di 15.000 euro per singola Pubblica Amministrazione, anche con riferimento a più interventi, sino ad un massimo di 5 interventi per ogni singola amministrazione richiedente e relativi ad unità locali comprese nel territorio di competenza, che verranno valutati singolarmente ai fini dell’attribuzione dei punteggi.

Ricordiamo, inoltre, che per progettazione preliminare e definitiva si intendono i livelli di progettazione inferiori al progetto esecutivo e comunque finalizzati e necessari alla redazione dello stesso. Oggetto dell’intervento potranno essere esclusivamente edifici e strutture di proprietà degli enti pubblici e destinate allo svolgimento delle attività dell’ente o di attività di interesse pubblico.

Al riguardo, la Struttura di missione di Palazzo Chigi, Italiasicura, ha chiarito (comunicato del 14 febbraio 2018) che il provvedimento riguarda anche gli edifici pubblici scolastici.

Interventi esclusi

Non sono ammessi a finanziamento:

  • la progettazione di interventi di ripristino, realizzazione di manufatti sostitutivi e la loro messa in opera
  • le spese di acquisto di beni, mezzi e materiali sostitutivi e loro messa in opera
  • gli incarichi di progettazione preliminare e definitiva già conferiti al momento dell’ammissione al finanziamento
  • la progettazione di interventi realizzati prima della pubblicazione del bando o prima dell’ammissione al finanziamento

Criteri di priorità

I criteri di priorità per l’assegnazione del finanziamento sono:

  • interventi relativi ad edifici pubblici collocati all’interno, nei pressi o comunque entro un raggio non superiore a 100 metri da asili, scuole, parchi gioco, strutture di accoglienza socio-assistenziali, ospedali, impianti sportivi: 40 punti
  • interventi relativi ad edifici pubblici per i quali esistono segnalazioni da parte di enti di controllo sanitario e/o di tutela ambientale e/o di altri enti e amministrazioni in merito alla presenza di amianto: 10 punti
  • interventi relativi ad edifici pubblici per i quali si prevede un progetto cantierabile in 12 mesi dall’erogazione del contributo: 10 punti
  • interventi relativi ad edifici pubblici collocati all’interno di un Sito di Interesse Nazionale e/o inseriti nella mappatura dell’amianto ai sensi del Decreto Ministeriale n.101 del 18 marzo 2003: 10 punti

Le domande

Le domande di finanziamento possono essere presentate previa registrazione a partire dal 20 dicembre 2017, esclusivamente attraverso l’applicativo presente sul portale telematico disponibile presso il sito del Ministero.

A partire dal 30 gennaio 2018, fino al 30 aprile 2018, la registrazione dovrà essere integrata con la documentazione tecnica richiesta.

In particolare, le richieste di finanziamento dovranno essere necessariamente corredate da una relazione tecnica asseverata da professionista abilitato, redatta in conformità al modello presente nel bando.

Modalità di erogazione dei finanziamenti

La liquidazione del finanziamento, erogato con decreto a seguito dell’inclusione dell’intervento nella graduatoria approvata, avviene nelle seguenti modalità:

  • il 30% della somma al momento dell’ammissione al finanziamento e dell’ impegno del soggetto beneficiario ad utilizzare le risorse esclusivamente per le finalità del presente bando
  • il 40% della somma ammessa a finanziamento al momento dell’approvazione del progetto definitivo da parte dell’ente richiedente
  • il 30% della somma ammessa a finanziamento al momento della rendicontazione finale, operata attraverso la trasmissione all’ente erogante della documentazione di impegno e spesa dell’ intero ammontare

In allegato la graduatoria delle richieste di finanziamento pervenute a dal 30 gennaio 2017 e il decreto di integrazione.

Clicca qui per scaricare la graduatoria

Clicca qui per scaricare il decreto 9 febbraio 2018, n. 43

Clicca qui per scaricare il decreto n. 562/2017, relativo all’annualità 2017

Clicca qui per conoscere CerTus-AMIANTO, il software per redigere il piano di lavoro amianto

 

Fonte: http://biblus.acca.it/bando-rimozione-amianto-edifici-pubblici-approvata-la-graduatoria/?utm_source=&utm_medium=bando-rimozione-amianto-edifici-pubblici-approvata-la-graduatoria/

Pubblicato il bando Isi Inail 2017

ROMA – Bando Isi Inail 2017. È stata pubblicata da Inail la nuova edizione del bando per finanziamenti a fondo perduto alle imprese per progetti che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro. 249.406.358 euro, cinque assi di finanziamento.

Assi e progetti

Due gli obiettivi del bando: miglioramento della condizione di salute e sicurezza dei lavoratori; nuovi macchinari, riduzione rumore ed emissioni, salute sicurezza sostenibilità micro e piccole imprese agricole.

Cinque gli assi di finanziamento: 

  1. progetti di investimento e progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
  2. riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi (MMC);
  3. bonifica da materiali contenenti amianto;
  4. micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività;
  5. micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli.

Possono partecipare al bando imprese anche individuali e per quanto riguarda l’asse 2 anche Enti del terzo settore: “ai sensi del d.lgs. n.117/2017, in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 7 e iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del d.lgs. n.117/2017: organizzazioni di volontariato (ODV); associazioni di promozioni sociali (APS); enti del terzo settore di natura non commerciale già Onlus; cooperative sociali e consorzi costituiti interamente da cooperative sociali; imprese sociali di cui al d.lgs. n.112/2017”.

Gli importi disponibili per ogni asse sono evidenziati in tutti gli avvisi regionali, che riportano in dettaglio tutte le spese ammesse al finanziamento scadenze e procedure.

Scadenze

il bando assegna risorse a fondo perduto e fino a esaurimento disponibilità. Per quanto riguarda la candidatura: la compilazione della domanda sarà aperta dal 19 aprile 2018 e scadrà alle ore 18.00 del 31 maggio 2018.

Dal 7 giugno download del codice identificativo e ancora il 7 giugno verranno pubblicate le date per l’invio definitivo. Con l’ipotesi di variazioni “per ambiti territoriali o assi di finanziamento, in base al numero di domande pervenute e alla loro distribuzione”.

Gli elenchi finali verranno rilasciati entro 14 giorni dall’invio delle domande.

Info: Inail bando Isi 2017

Fonte: https://www.quotidianosicurezza.it/sicurezza-sul-lavoro/prevenzione/bando-isi-inail-2017-2018-info-scadenze.htm