La mappa dell’amianto in Italia. Marche e Abruzzo le regioni più inquinate ma manca la Calabria

Nel nostro Paese sono 33.600 i siti censiti e solo 832 quelli bonificati. La Mappa del Ministero dell’Ambiente indica le Marche e il versante adriatico tra le zone con maggiore concentrazione d’amianto ma mancano i dati della Calabria e di altre Regioni.

Messo al bando più di 20 anni fa, precisamente con la legge 257 del 1992, l’amianto continua ad essere presente in tutte le nostre città e a far paura. Questo materiale, chiamato ‘killer silenzioso’ perchè respirandone le fibre ci si espone al rischio di tumori mortali come il mesotelioma, è stato largamente usato per anni, in combinazione con il cemento, in quasi ogni tipologia di costruzione. Oggi si trova in molti edifici privati e pubblici delle nostre città: dai capannoni industriali ai tetti delle abitazioni private, per arrivare ad ospedali, scuole e perfino asili nido. Ma quanto amianto c’è ancora in Italia, dove si trova e a che punto è  la bonifica di quello che ad oggi è considerato il più pericoloso e diffuso agente cancerogeno ambientale?

In Italia ci sono 33.600 siti d’amianto
I dati del Ministero dell’Ambiente, che fanno riferimento al “Piano nazionale amianto”, indicano una situazione davvero allarmante e del tutto disomogenea: “In Italia sono 33.610 i siti di amianto, almeno quelli che si è riusciti a censire – come spiega Laura D’Aprile, funzionaria del Ministero dell’Ambiente – la maggior concentrazione si trova nelle Marche e nell’Abruzzo (il 50% dei dati totali, ndr) e in genere su tutto il versante adriatico. Ma il numero, già di per sè alto, preoccupa perchè non comprende i dati di una regione come la Calabria, dove da anni persiste un “black-out” di informazioni, e della Sicilia, di cui abbiamo dati solo parziali”. Il calcolo dei siti potrebbe quindi crescere vertiginosamente. Anche la Campania, che sulla mappa del ministero risulta una delle regioni più “pulite”, o il Lazio,  pur avendo inviato le informazioni al ministero mostra alcuni buchi rilevanti come, ad esempio, lo stabilimento ex Isochimica di Avellino o l’ex stabilimento Cemamit a Ferentino (FR) che non rientrano tra i dati censiti.

In Italia bonificati solo 800 siti su oltre 30mila
E se spaventano le concentrazioni d’amianto sul nostro territorio, messe a confronto con le bonifiche effettuate c’è davvero da far tremare i polsi: la mappa del ministero dell’Ambiente indica infatti che soltanto 832 del totale sono i siti bonificati, 339 quelli parzialmente risanati (con prime misure di messa in sicurezza con le risorse economiche disponibili) e ben 30.309 quelli dove ancora la bonifica non è neppure cominciata. La presenza di Eternit o di cemento-amianto coinvolge scuole (che per le Regioni hanno la priorità nei finanziamenti per la bonifica), tetti di edifici anche pubblici, ospedali, case di riposo, aree residenziali e industriali attive o dismesse (779 in totale). E anche qui la mappatura non è fedele alla realtà perchè c’è disomogeneità nei criteri di raccolta dati da parte delle Regioni e delle Province autonome – che entro il 30 giugno di ogni anno hanno l’obbligo di trasmettere i dati sulla presenza di amianto – nonostante le modalità di esecuzione della mappatura siano state concordate e definite a livello nazionale.

La legge c’è da 22 anni, perchè è così difficile bonificare?
“Questo delle bonifiche è un dato davvero irrisorio rispetto agli oltre 30mila siti dove è accertata la presenza d’amianto” spiega D’Aprile, responsabile del ‘Piano Nazionale Amianto’ per il ministero dell’Ambiente. “La causa di questo gap è semplice: ad oggi non esistono tecnologie in grado di trattare l’amianto che deve essere, per froza di cose, tutto smaltito in discariche dedicate”. “I costi, inoltre, sono molto elevati – aggiunge D’Aprile – si parla, in media, di centinaia di euro al metro quadro per la sostituzione di Eternit, ma variano da regione a regione”.

Quali le situazioni più allarmanti?
“Al nostro ministero arrivano ogni anno le richieste di finanziamento per la bonifica. – aggiunge D’Aprile – Quasi tutte le 20 regioni d’Italia hanno fatto richiesta per il risanamento dell’edilizia scolastica: se ne deduce che le nostre scuole pubbliche siano quelle a vivere la situazione d’emergenza più grave perchè è lì che si recano ogni giorno i nostri figli”.

Galletti chiede 360 milioni per i siti d’interesse nazionale da bonificare
Per i siti d’interesse nazionale da bonificare dall’amianto – Broni-Fibronit (PV), Priolo-Eternit Siciliana (SR), Casale Monferrato-Eternit, Balangero-Cava Monte S.Vittore (TO), Napoli Bagnoli-Eternit, Tito-exLiquichimica (PO), Bari-Fibronit, Biancavilla-Cave Monte Calvario (CT), Emarese-Cave di Pietra (AO) – il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha presentato una richiesta di quasi 360 milioni a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. Il numero totale delle discariche operative, nel 2010, che hanno smaltito rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto, sono 22 (10 al Nord, 4 al Centro e 8 al Sud). Anche qui si tratta di un numero irrisorio non in grado di far fronte ai milioni di tonnellate di materiale pericoloso che ancora non siamo riusciti a smaltire.

Il Piemonte la regione che smaltisce più Eternit 
Secondo l’Ispra, delle 90 mila tonnellate (90,2% del totale) di questi rifiuti smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi, circa 60 mila vanno nel Nord del Paese, poco più di 23 mila al Centro e 7 mila al Sud. La regione che smaltisce la quantità maggiore è il Piemonte, con oltre 39 mila tonnellate (39,3%). In questi ultimi tempi, a causa dell’esaurimento di queste discariche e la mancata costruzione di nuove, spiega l’Ispra, molti rifiuti sono stati esportati in paesi comunitari, come Germania e Austria.

Fonte: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Dove-si-trova-amianto-in-Italia-1c6cbdf2-b0b7-4d7b-91c5-1475fbb9c9e7.html

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